Eravamo in tanti, come Famiglia del Murialdo, all’oratorio di Lavis lunedì 19 maggio per ricordare la figura e l’opera di san Leonardo Murialdo nella concelebrazione della Messa presieduta dal nostro Vescovo Lauro.
Accanto ai giovani dell’oratorio che hanno preparato le letture e la preghiera dei fedeli, al coro parrocchiale che ha animato la celebrazione, ai numerosi fedeli di Lavis, c’erano amici da Bolzano, dal Perginese, dalle nostre realtà educative di Rovereto, di Laives, di Storo, di Sardagna, di Trento. Con noi, insieme al Vescovo, oltre a don Lamberto parroco, anche don Jean dei Salesiani di Trento.
Ricorre quest’anno il 55esimo anniversario della Canonizzazione del Murialdo, e l’abbiamo voluto ricordare pensando al grande dono della santità che Dio offre a tutti e che suscita in ciascuno la disponibilità a lasciarci abbracciare dal suo amore misericordioso.
Essere SANTO, ha detto don Lauro, nell’antico testamento aveva sapore di distanza, di separazione, di distinzione netta tra ciò che è sacro da ciò che è profano. Il messaggio rivoluzionario del Vangelo ci dice invece che in Gesù questa distinzione è superata: in Lui si realizza la vita umana e divina contemporaneamente, in una sintesi perfetta.
E noi, se siamo inseriti in Cristo, possiamo realizzare nella nostra vita il cammino di santità a cui siamo chiamati.
È parso a tutti significativo il momento iniziale della messa.
All’inizio è stato portato il quadro del Murialdo e si è ricordato il messaggio del Papa San Paolo VI al momento della canonizzazione del 3 maggio 1970.
Poi sono state portate le immagini del Venerabile Eugenio Reffo e di don Giulio Costantino che sono i cofondatori della Congregazione dei Giuseppini; entrambi collaboratori del Murialdo al Collegio Artigianelli e successori dello stesso dopo la sua morte.
Si è ricordato anche don Giovanni Schiavo, un Giuseppino vicentino, missionario in Brasile nel secolo scorso e beatificato il 28 ottobre 2017.
Il 19 maggio ricorreva l’anniversario della canonizzazione di santa Paolina Visintainer, nostra conterranea, nata a Vigolo Vattaro e vissuta in Brasile, fondatrice delle Piccole Suore dell’Immacolata Concezione che diceva: “Mi no vardo né avanti né ‘endrè, mi vardo ‘nsù”. Con lei abbiamo ricordato tutti i santi nostri patroni, punti di riferimento del nostro percorso di vita.
Il nostro pensiero è andato a quanti vivono o hanno vissuto accanto a noi, come noi chiamati ad essere santi vivendo nell’amore e nella testimonianza della fede nelle occupazioni di ogni giorno, nella quotidianità e nell’ordinarietà della vita. Tra esse abbiamo voluto ricordare in particolare due giovani, Paolo Rizzolli e Sara Piffer che recentemente sono stati chiamati alla vita eterna e che vivono ancora in mezzo a noi con i loro messaggi di fiducia, di speranza, di forza.
Ha scritto Paolo:
I miei fratelli
Padre, proteggi la tua prole infinita, proteggi i miei fratelli offesi in ogni parte del mondo.
Proteggi i miei fratelli che ti cercano e ti hanno perso, e quelli che non si accorgono di averti abbandonato da tempo.
Proteggi pure il nemico più stolto, quello più stanco, che esausto e dilaniato dagli atroci e mortali affanni si rifiuta di cercarti, rassegnato.
Tutta la speranza di un tuo disobbediente figlio sta in Te, sia fatta la tua volontà.
Ha lasciato scritto Sara:
“La gioia di vedere fiorire il seme e di scoprire di cosa si tratta è la stessa che proviamo noi quando ci
mettiamo in gioco per amare Dio e per amare gli altri, facendo germogliare semi di bene, misericordia e
perdono intorno a noi. Ognuno di noi è quel seme, che custodisce un dono e una vocazione da
scoprire, coltivare, valorizzare.”
In conclusione la celebrazione è stato per tutti una meravigliosa opportunità per sottolineare il valore e le capacità di ciascuno, la continua scoperta della propria vocazione, la valorizzazione delle doti di ciascuno per testimoniarle e metterle a disposizione di tutti per la crescita della comunità. Tutte persone straordinarie nell’ordinario.
Dice Papa Francesco nella GAUDETE ET EXSULTATE, n° 14:
“Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali.”
Don Marco Dematté