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Viviamo in una società dove lo spreco è all’ordine del giorno, dove l’usa e getta è diventato abitudine.

Attualmente il 54% della popolazione europea consuma regolarmente prodotti e servizi a basso costo e, tra questi, il 55% lo sceglie per volontà e non perché vi sia costretto.

Esempio palese di questa cultura è il Fast Fashion: una strategia di produzione utilizzata dalle grandi catene di distribuzione che non presta molta attenzione ad un utilizzo longevo degli indumenti. Crea abiti di bassa qualità a prezzi molto contenuti in modo massiccio, proprio per essere indossati per una stagione e poi cambiati.

La Fast Fashion, inoltre, contribuisce all’inquinamento ambientale causato dall’industria tessile, rendendola la seconda più inquinante al mondo, nonché tra le prime per consumo energetico e risorse naturali.

Non va inoltre dimenticato l’aspetto sociale della produzione di moda a basso costo. Nasconde, infatti, lo sfruttamento di esseri umani, la discriminazione, il lavoro minorile e molti altri fattori negativi.

Per noi diventa fondamentale insegnare ai ragazzi cosa comporta questo tipo di cultura usa e getta. Renderli consapevoli delle conseguenze legate all’acquisto di indumenti a basso costo e sensibilizzarli al cambiamento. Insegnare loro l’importanza del risparmio, di non buttare via le cose che potrebbero essere ancora utilizzate.

Loro saranno la società di domani!

Anche nel nostro piccolo possiamo dare un segnale di responsabilità alle nuove generazioni per evitare il collasso dell’ecosistema terrestre. 

Ecco perché abbiamo pensato di organizzare al nostro centro di aggregazione territoriale uno SWAP PARTY nella giornata di venerdì 17 marzo 2023.

I ragazzi sono stati convolti a preparare un volantino da pubblicizzare tra i propri coetanei, invitandoli a portare alla nostra sede vestiti, giochi, oggetti, libri ancora in buono stato e che non utilizzano più. Per poi ritrovarsi per scambiarseli, in una sorta di baratto.

Ma cos’è quindi uno swap party?

Il nome deriva dal termine inglese to swap, che significa appunto scambiare. È una festa in cui le persone si trovano per scambiarsi capi d’abbigliamento che non piacciono più o che non vanno più bene o oggetti di cui non si ha più necessità. Acquista quindi di un significato e di un valore più profondo.

Diventa un’occasione di scambio reciproco, di conoscenza, di relazione e un’esperienza di come si possa vivere in maniera ecosostenibile, attraverso il recupero e il riuso di materiali che altrimenti finirebbero nella spazzatura o al macero.

L’iniziativa, proposta da una ragazza del centro di aggregazione, ha coinvolto i ragazzi e le ragazze e della scuola secondaria di primo e secondo grado. È stato, però, poi significativo quanto emerso al centro socio educativo l’Arca.

Dopo che abbiamo raccontato dello swap party e del suo significato ai minori del centro, due bambine si sono attivate in autonomia portando al centro dei vestiti per scambiarseli. È stata per noi la dimostrazione di come si possa davvero passare con poco una nuova modalità di pensiero e di senso del risparmio.

Con questa iniziativa abbiamo voluto far riflettere i minori sulla responsabilità di ciascuno nei confronti dell’ambiente. Attraverso questa esperienza concreta e partecipativa possono imparare come evitare di sprecare e come vivere in modo più sostenibile.

Alessandra, educatrice del centro di aggregazione territoriale L’Arca