Siamo sempre abituati alla frenesia, alle corse, ai continui messaggi.
Agli stimoli della tecnologia, dei corsi, delle formazioni, riunioni e impegni diversi.
L’orologio corre rapido e impietoso, le ore scoccano una dopo l’altra e in men che non si dica le giornate volano via, sfuggenti e fugaci.
Eppure, alla fine, non esiste compagno più sincero e onesto della terra.
La campagna è l’orologio che scandisce il ritmo della vita qui a Villa Rizzi … “Tamburi di Madre Terra”, dice la canzone preferita di E., una ragazza che frequenta il nostro centro di socializzazione al lavoro di Sardagna.
Tamburi che ci avvisano quando è il momento di trapiantare e seminare a primavera.
Tamburi che ci dicono quando potare le nostre piante.
Tamburi che ci dicono quando raccogliere i frutti del nostro lavoro, durante la calda estate.
Tamburi che ci dicono quanto annaffiare, oppure quando aspettare una bella piovuta.
Tamburi che ci dicono quando preparare il suolo al riposo per l’inverno, proprio come sta avvenendo in queste giornate pazzerelle, tra fredde piogge e calde soleggiate autunnali.
Abbiamo rimosso dal terreno le piante morenti, fresato e smontato le strutture di supporto costruite per pomodori e cetrioli.
Nel nostro laboratorio, intanto, continuiamo a produrre i trasformati vegetali, partendo dai nostri ortaggi.
Abbiamo invasettato le zucchine sott’olio e le barbabietole in agrodolce, pronte per sbarcare ai Mercatini di Natale di Trento, assieme ai sali aromatizzati e agli infusi, frutto di tanto lavoro da parte di tutto il nostro gruppo.
I tamburi della Terra ci guidano, più di un orologio o un computer, qui tra il verde di Villa Rizzi, mentre il sole cala e un’altra giornata piena si conclude nell’autunno di Sardagna.