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C’è un carnevale in provincia di Brescia, a 30 minuti dal nostro centro, che è famoso in tutta Italia! È il carnevale di Bagolino, borgo di montagna che conta poco meno di quattromila abitanti.

Il paese sembra essere rimasto nel Medioevo con le sue case addossate una sull’altra, le scalinate strette e ripide, i portici e i bellissimi vicoli tortuosi.

La tradizione del carnevale bagosso (così si chiama tutto ciò che si riferisce a Bagolino) pone le sue radici più di cinque secoli fa! Viene tramandata di famiglia in famiglia, da grandi a piccini.

Lunedì 20 Febbraio con i ragazzi delle medie del centro socio educativo l’Arca siamo andati a visitare il Borgo e a scoprire il suo carnevale tradizionale. Ma cosa hanno potuto osservare i ragazzi?

Abbiamo potuto ammirare maschere tipiche, che solo a chi vive a Bagolino è consentito indossare, danze e canti della tradizione eseguiti dai musicanti locali.

Durante il tragitto che ci portava al borgo ci siamo documentati e abbiamo letto un po’ della storia di questo carnevale così che, appena arrivati, siamo riusciti a riconoscere i protagonisti con i loro differenti costumi.

MASCHÈR: dopo l’Epifania sono autorizzati a uscire per strada tutti i lunedì e giovedì, sono travestimenti ispirati ai “vecchi contadini”. Tale costume può essere femminile o maschile.  Sulla faccia indossano maschere moderne in gomma da vecchio/a che li rendono del tutto irriconoscibili e il loro obiettivo sarà quello di “spaventare”, fare scherzi e parlare in falsetto intavolando dialoghi molte volte incomprensibili.

BALARÌ: sono divisi in compagnie e si differenziano per i loro costumi eleganti e preziosi. Sono esclusivamente maschi, le donne non son ammesse. Anche il loro viso è completamente nascosto da una maschera in tela color avorio (impregnata all’interno da cera d’api) e senza alcuna espressione. L’elemento più caratteristico dei balarì è il cappello: fatto di feltro, a cupola bassa, ricoperto da svariati metri di nastro rosso ripiegato su se stesso e cucito dalle donne del paese. Su ogni cappello c’è poi un grande fiocco di nastri colorati e gioielli di famiglia cuciti meticolosamente uno ad uno.

Non è il classico carnevale tra musica a tutto volume, balli e vestiti dell’ultimo momento. Ma possiamo dire sicuramente di aver vissuto momenti “magici”, aver conosciuto tradizioni tramandate in generazione in generazione e soprattutto scoperto posti nuovi ed incantevoli.

Educatrici del Centro socio educativo l’Arca