Siamo vicini alla Pasqua che ci dona momenti di vita nuova e migliore alla luce della Resurrezione del Signore. Questi segni li possiamo sperimentare sempre, anche ora, perché ci sono ed illuminano il nostro tempo.
Condivido una riflessione personale di Fratel Paolo Pattarello, confratello della Comunità Giuseppina di Lavis.
È stato così che qualche anno fa un giovane ragazzo proveniente dalla Moldavia, dopo un viaggio avventuroso e difficile, attraversando territori e boschi a piedi o con mezzi di fortuna, è arrivato casualmente a Padova assieme ad altri due amici.
Io ho avuto la fortuna di poterlo accogliere in Casa-Famiglia con altri ragazzi di varia estrazione culturale e linguistica. Sin da subito si è dimostrato attivo e volenteroso di voler lavorare e nel giro di poco tempo ha potuto regolarizzarsi ed iniziare il lavoro di muratore. Non sapeva l’italiano ma vivendo con persone di lingua diversa in casa e nel lavoro in breve tempo ha iniziato ad esprimersi e a capire l’italiano.
All’inizio non accettava facilmente alcune norme di buona convivenza, come il riordinare il letto, la pulizia della stanza, il lavare i piatti a turno e nel gioco voleva primeggiare e vincere a tutti i costi. Nel lavoro andava meglio perché era con persone più adulte di lui.
Si era abituato fin da giovane ad essere libero e ad organizzarsi la vita come meglio credeva. Spesso i genitori in Moldavia sono costretti a migrare per lavoro in luoghi diversi e lontani e i figli in età scolare sono affidati ai nonni.
Quindi a volte aveva dei contrasti con me ed allora invece di richiamarlo pubblicamente, gli spiegavo i motivi di certi comportamenti o osservanze, in modo più riservato e personale. Questo ha fatto scattare poco a poco in lui un senso di sentirsi accolto, amato, capito e di aver fiducia in qualcuno.
Il suo cammino è poi continuato verso l’autonomia e l’autogestione, ma rimanendo collegato con me come riferimento in tutto quello che viveva.
Il suo sorriso dimostrava che la sua vita era serena. Iniziava a rivivere i valori sociali e religiosi che nel tempo aveva tralasciato.
Mi ha invitato più volte a conoscere i suoi genitori, nonni e parenti in Moldavia.
Ho potuto essere presente al suo matrimonio e vedere la sua prima figlia. Mi ha poi rivelato che, vista la crisi del lavoro edilizio in Italia dal 2008, pensava di trasferirsi in Canada, nonostante gli piacesse vivere in Italia, perché ha rappresentato per lui una grande e bella esperienza di rinascita.
Nel 2012, dopo una lunga prassi burocratica, ha potuto realizzare questo suo sogno, effettuando il grande volo verso il Canada con la moglie e la figlia. Prima di partire da Parigi ha voluto passare per Padova, per salutarmi.
Successivamente abbiamo potuto sentirci innumerevoli volte al telefono. Mi raccontava l’evoluzione di questa nuova vita. Ha voluto che mi recassi più volte a distanza di tempo in Canada, per conoscere di persona la sua famiglia. Ora ha tre figli.
Da semplice dipendente, è riuscito poi a creare una sua impresa edile, che ora conta 8-10 operai.
Tra di noi e con la sua famiglia continua un buon rapporto di fraternità, di paternità e di benevolenza.
La Pasqua ci dia coraggio e fiducia nei segni di vita e di novità positiva che incrociamo sul nostro percorso. Auguri di cuore!
don Marco Demattè