Durante il mese di novembre abbiamo proposto alle bambine del centro un laboratorio sulle emozioni intitolato “l’Arca delle emozioni”, gestito dalla ragazza tirocinante.
Nei tre incontri abbiamo cercato di creare un momento privilegiato in cui le bambine potessero dare voce, condividere ed ascoltare le emozioni che compaiono continuamente e naturalmente in ciascuno di noi.
Riprendendo anche il film Inside Out il primo passo è stato quello di riconoscere e dare un nome alle emozioni principali come la gioia, la paura, la tristezza, la rabbia. Le bambine hanno riportato delle situazioni personali in cui le hanno provate.
Nel secondo incontro è stato proposto un gioco da tavolo sulle emozioni con lo scopo di aiutare le bambine a parlare di esse in maniera più divertente. L’attività era strutturata come un classico gioco dell’oca. A seconda della casella in cui arrivavano, le bambine si sono divertite molto a mimare, descrivere, disegnare e raccontare le emozioni richieste.
Nel terzo appuntamento ci siamo focalizzati sulla rabbia, l’emozione spesso più difficile da gestire che a volte scatena reazioni negative con eccessi verbali e fisici. Siamo partiti rispondendo alla domanda “cosa fai quando provi tanta rabbia?”. Abbiamo cercato insieme delle strategie che ci possono aiutare ad autocontrollare gli atteggiamenti rabbiosi e che trasformano la rabbia in un’azione “costruttiva” e non “distruttiva”. Sono emersi alcuni consigli pratici che possono far fronte alle situazioni in cui ci sentiamo sopraffatti dalla rabbia quali “sfogarsi disegnando”, “parlare con qualcuno”, “fare una corsa”, “rilassarsi un momento”.
Attraverso quest’attività abbiamo capito che la rabbia è un’emozione come le altre. Non è una sbagliata, ma è necessario imparare ad autoregolarsi e reagire alle situazioni in modo corretto e nel rispetto degli altri.
Alla fine del laboratorio le bambine erano molto soddisfatte nel far vedere ai compagni il cartellone che hanno costruito nel percorso. Hanno chiesto di poter tenere il gioco dell’oca al centro per poterci giocare ancora.
L’equipe del centro L’Arca