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Il Natale come tempo di crescita e condivisione: C’è un momento dell’anno in cui il tempo sembra rallentare, anche per bambini e ragazzi abituati alla velocità delle giornate piene. È l’attesa del Natale: non solo una data sul calendario, ma un percorso fatto di piccoli gesti, rituali e domande che aiutano a crescere.

Dal punto di vista pedagogico, l’attesa è un’esperienza preziosa. Insegna che non tutto è immediato, che il desiderio può essere custodito e che il tempo ha un valore. Per i più piccoli significa imparare a dare un nome alle emozioni — l’entusiasmo, la curiosità, a volte l’impazienza — mentre per i ragazzi diventa un’occasione per riflettere, anche in modo silenzioso, su ciò che conta davvero.

In questi giorni, fare l’albero di Natale insieme è diventato uno dei momenti più significativi. Non è stato solo un gesto decorativo, ma un’esperienza condivisa: scegliere le palline, ricordare da dove arrivavano, decidere dove mettere la stella. Ognuno ha trovato il suo spazio, il suo tempo, il suo modo di partecipare. In quel “fare insieme” si è creata una relazione autentica, fatta di collaborazione, ascolto e piccoli compromessi.

Il Natale, vissuto senza eccessi, offre uno spazio educativo raro: quello della condivisione. Condividere non è solo scambiarsi doni, ma tempo, attenzione, parole. È apparecchiare insieme la tavola, preparare un dolce, costruire l’albero passo dopo passo, ascoltare una storia già sentita mille volte. Sono gesti semplici che costruiscono senso di appartenenza e sicurezza emotiva.

In un’epoca in cui spesso si corre, l’attesa del Natale può diventare un esercizio di lentezza.

La magia del Natale, infatti, non sta nella sorpresa improvvisa, ma nel cammino che porta ad essa. È nella preparazione, nel “fare insieme”, nel sentirsi parte di qualcosa di più grande.

Così l’attesa diventa un dono in sé. Un tempo che educa alla pazienza, alla gratitudine e alla cura dell’altro.

Bianca, educatrice del centro socio-pedagogico “Allerlei”