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Ma perché Russia e Ucraina sono in guerra? Ma ci saranno le bombe anche qui?

Sono alcune delle domande che i bambini e le bambine ci fanno quotidianamente durante il pranzo o la merenda.

A queste domande non credo ci sia una risposta semplice. È importante però ascoltare le loro richieste e parlarne, per comprendere le loro paure, emozioni e vissuti. 

Si, la guerra qui a Rovereto non c’è! Ogni giorno, però, anche i bambini vengono bombardati dalle notizie che passano, senza filtro, sui social, alla radio o ai telegiornali in tv.

Sentono parlare i “grandi” di guerra, di caro benzina, conflitto nucleare e di Putin. E in loro cresce un gran senso di confusione ed incertezza.

Alcuni hanno potuto conoscere coetanei ucraini, che sono entrati nelle loro classi. Faticano però a comunicare con loro per la barriera linguistica.

Noi educatori cerchiamo di parlare a loro con parole semplici, rimandando che nemmeno noi adulti sappiamo bene cosa sta accadendo, perché i fatti sono estremante volubili e complessi. 

Allo stesso tempo però parliamo loro di una parola che conosciamo bene e fa parte della nostra quotidianità:

LA PACE!

Diciamo loro che la pace è preziosa. Ci permette di vivere insieme in armonia, rispettandoci gli uni con gli altri e favorendo i principi di uguaglianza ed equità.

Ripensiamo insieme ad azioni che facciamo nella nostra quotidianità, che rispecchiano la cultura della pace: non rispondere alla prima provocazione ma cercare il dialogo, ascoltare quanto l’altro ci dice e sviluppare empatia, condividere i giochi ed il materiale, includere tutti quelli che lo desiderano nelle attività.

Papa Francesco, nel 2015, disse “Come possono finire le guerre nel mondo, se noi non siamo capaci di superare le nostre piccole incomprensioni e i nostri litigi? I nostri atti di dialogo, di perdono, di riconciliazione, sono “mattoni” che servono a costruire l’edificio della pace“. 

Noi educatori cerchiamo, anche su questa tematica, di fare quello che da sempre ci viene chiesto: ascoltare, sostenere l’espressione e la narrazione di vissuti, trovare soluzioni condivise volte al benessere ed essere testimoni di quanto diciamo ogni giorno. 

Tommaso, educatore del centro socio educativo territoriale Il Cortile