Skip to main content

Lo scorso 8 novembre l’oratorio di Lavis ha ospitato l’annuale incontro plenario della Comunità Murialdo Trentino Alto Adige IS. È un’occasione che periodicamente ci permette di condividere momenti di riflessione, proposte progettuali e dare il benvenuto a nuovi colleghi e colleghe.

A fare da filo conduttore della giornata la “sfida”, rivolta alle varie equipe di lavoro, di provare a spiegare come il carisma murialdino viene sviluppato nella quotidianità educativa dei singoli centri e servizi.

Al C’entro Anch’io di Rovereto abbiamo pensato che il modo migliore non fosse quello di illustrare il nostro quotidiano. Ma raccontare come questo venga percepito all’esterno da chi, in vari momenti, ha fatto un pezzetto di strada con noi.

E per questo motivo abbiamo deciso di raccontare tre storie.

La prima è quella di un papà che accompagna sua figlia al C’entro Anch’io San Giorgio e si ferma a raccontarsi alle educatrici presenti. Questo papà, di origini albanesi, da ragazzo ha frequentato il Qendra Sociale Murialdo di Fier, una cittadina a un centinaio di chilometri dalla capitale Tirana. Al Qendra Sociale ha trascorso le estati in colonia e, crescendo, ha frequentato anche il centro di formazione professionale. In tutti quegli anni, che ricorda con affetto e nostalgia, ha fatto esperienze significative che lo hanno reso l’adulto che è oggi. Adesso il papà vive con la sua bambina vicino Rovereto.

Si emoziona a pensare che, dopo tanto tempo e in un altro Paese, anche la sua bambina può frequentare un centro Murialdo.

La seconda storia è quella di un giovane uomo che da bambino è stato per diverso tempo uno dei minori accolti nei nostri progetti. All’epoca era uno di quelli con un carattere “tosto”, con un passato complicato e un futuro tutto da scrivere. Succede che molti anni dopo questo stesso ragazzo si presenta alle selezioni per un posto in Servizio Civile al C’entro Anch’io. Supera brillantemente le selezioni e per dodici mesi mette tutta la sua passione nelle attività con i gruppi elementari e medie.

Si rivela un valido supporto per l’equipe, ricordando sempre quanto fosse stato importante per lui da bambino avere vicino degli educatori che “ci tenessero” e lo sostenessero a crescere, anche se dava loro tanto filo da torcere.

La terza storia, infine, è quella di un’artista di Rovereto che, passando davanti al C’entro Anch’io San Giorgio, si propone di riqualificarne le facciate. L’equipe, pur non sapendo niente di arte urbana e consapevole di dover gestire numerose pratiche amministrative, accoglie con entusiasmo l’offerta. Da cosa nasce cosa e così, un po’ alla volta, la proposta iniziale cresce fino a trasformarsi in un vero e proprio “contest”. Il progetto vede il coinvolgimento non solo di numerose scuole del territorio ma anche di writers e designer da varie parti d’Italia. Settimana dopo settimana, dopo la selezione delle opere più originali, gli artisti, gli studenti e anche i singoli abitanti del quartiere contribuiscono alla realizzazione dei murales, mettendoci entusiasmo e impegno. Il progetto si è concluso con un grande festa per la comunità.

Alla presenza delle istituzioni locali, degli artisti e di tantissimi curiosi il centro si è confermato come punto focale del quartiere, attivatore di importanti processi di sviluppo di comunità e attivazione territoriale.

In queste tre storie, che potevano anche essere molte di più, secondo noi abbiamo visto perfettamente declinato quell’essere “amico, fratello e padre” (ma anche amica, sorella e madre) che erano caratteristici del Murialdo, attento osservatore della realtà e animatore sociale.

Ed è a questo esempio che noi educatrici ed educatori ci ispiriamo, cercando di seminare bene oggi nella speranza di raccogliere in futuro, rispondendo a “bisogni nuovi con opere nuove”.

L’equipe del centro di aggregazione territoriale C’entro Anch’io