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Eravamo più di trenta a Roma presso l’Oratorio San Paolo a vivere un momento di formazione condivisa. Siamo arrivati tutti dal mondo dell’Accoglienza Murialdina: dalla Sicilia al Trentino AA, da Viterbo al Veneto, da Foggia a Napoli, da San Giuseppe Vesuviano a Padova, da Roma alla Romania.

Tre giorni intensi e portatori di ricarica nuova!

Laura, da Laives

Ringrazio per avermi offerto l’occasione di partecipare alla Scuola educatori di Roma. Un’esperienza nuova per me che, del resto, faccio parte da poco meno di un anno della “famiglia” murialdina come educatrice di comunità residenziale. Avere l’occasione, infatti, di incontrare e confrontarsi con realtà educative altre da quella in cui si opera è spesso fonte di arricchimento personale e professionale. Il fatto che le realtà incontrate a Roma progettano e intervengono muovendosi all’interno di una stessa cornice di riferimento – ossia il carisma pedagogico oltre che spirituale di San Leonardo Murialdo – l’ho trovato di ancora maggiore ricchezza nel clima particolarmente familiare e di comunione che si è costruito con gli altri professionisti del campo educativo e sociale presenti alla formazione. Proprio per questo, l’esperienza vissuta mi ha aiutata a sentirmi parte di una progettualità comune e “in cammino”. Tuttavia, ho avvertito la necessità di maggiore apertura e dialogo nei confronti di realtà educative anche esterne a quelle murialdine così come nei confronti di professionisti che possono dare un contributo e uno sguardo diverso. Si offrirebbe, infatti, in questo senso un’ulteriore occasione di arricchimento anche per chi opera all’interno dei servizi che si identificano con la cornice pedagogica murialdina. Al termine della tre giorni formativa posso dire, infatti, di aver portato a casa molte riflessioni e preziosi racconti che aiutano ad orientare lo sguardo e a cogliere la necessità di trovare spazio e tempo di lavoro insieme per progettare e costruire interventi in risposta alle emergenze educative del nostro tempo, pur continuando a sentire forte il bisogno personale di una formazione che supporti la mia professionalità e che mi consenta di crescere in competenza, conoscenza, strumenti operativi e sguardo sul futuro.

Alice, da Storo

Venerdì 1 settembre sono partita con i miei colleghi trentini alla volta di Roma, per conoscere altri componenti della Comunità Murialdo italiana. Durante il viaggio ho avuto modo fin da subito di confrontarmi con Fatma, Anabela, Paolo, Laura e Padre Marco. Subito si è creato un clima di piacevole condivisione (e tanto sonno). Una volta arrivati a Roma ci sono state le presentazioni con gli altri partecipanti. I veterani, ovvero i colleghi più esperti che si sono re-incontrati dopo tempo, si sono salutati con talmente tanto entusiasmo da fare invidia. Ho pensato che anche io un domani spero di aver mantenuto i contatti con i colleghi di tutta Italia tanto da sentirli come una famiglia. Posso dire che in Trentino questo clima si percepisce già, nonostante il ricambio di personale, e questo fa sentire un po’ meno soli. Sono tornata arricchita da questa esperienza e sicuramente forte di nuove conoscenze e competenze ma soprattutto con tanto entusiasmo e nuovi stimoli che non vedo l’ora di mettere in pratica.

Fatma, da Sardagna

La differenza la fa chi è accanto quando siamo al buio, con il sole sono bravi tutti (Piccola Stella). Abbiamo riflettuto molto su un mondo interiore di cui prendersi cura. Un mondo interiore che si può oggettivare e può quindi essere ‘’portato fuori’’ e consegnato al mondo esterno con lo sguardo, con il gesto, con la parola, attraverso più canali. Noi educatori viviamo di abbracci infiniti, di tocchi, di carezze sul viso, di baci affettuosi. Questa è la nostra essenza.

Educare alla bellezza della Vita e del Vangelo. Parlare dello stile educativo Murialdino significa parlare di NOI, significa rielaborare, significa raccontare il nostro mondo sia internamente sia esternamente. Siamo partiti all’alba del 1 primo settembre come dei perfetti sconosciuti viaggiando per ore e chiacchierando tanto come non ci fosse un domani. Siamo stati ACCOLTI e abbiamo scelto di narrare come le nostre organizzazioni contribuiscono a rendere accoglienti le comunità di cui facciamo parte. Ogni organizzazione ha narrato nel quotidiano, nell’ordinario, la propria accoglienza dell’altro e attraverso le testimonianze ci sia arrivata a capire che è questa la vera chiave di volta, la vera azione innovativa.

La riflessione che abbiamo fatto con l’aiuto degli esperti si estende alla nostra società, alla sensibilità del singolo educatore di attivarsi per e con la persona accanto al supporto professionale. Perché è proprio quando questo avviene, è quando si intessono relazioni d’aiuto che si va oltre l’obiettivo di un progetto, ci si avvicina, si stringe amicizia, si beneficia della bellezza di un legame che può arricchire maggiormente la nostra vita.

Anabela, da Rovereto

Sono stati tre meravigliosi giorni immersi nello spirito di San Leonardo Murialdo, dove la condivisione ed il carisma murialdino sono stati i protagonisti! Una bellissima opportunità per inter-scambiare esperienze e conoscere colleghi di diverse parti di Italia. Sono stati tre giorni di arricchimento attraverso l’ascolto di preziose testimonianze e momenti di riflessione. Per le future formazioni, considero che sarebbe molto utile dedicare dei momenti anche allo scambio reciproco sulle diverse realtà in cui viviamo e sulle difficoltà che incontriamo. Uno spazio dove si possa parlare di come ciascuna equipe le affronta, in modo da poter imparare insieme e formarci anche professionalmente.

don Marco Demattè