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Nella seconda metà di giugno ho avuto la possibilità, per l’accoglienza di una nostra comunità religiosa in quella città, e quindi la gioia di andare a Ravenna per qualche giorno di ricarica fisica e spirituale.

Dopo alcuni decenni mi sono rincontrato coi meravigliosi mosaici di cui i luoghi di culto fanno bella mostra di sé. Tra le altre cose queste opere musive mi hanno fatto riflettere su due valori che viviamo nella nostra vita e che sembrano, a torto, antitetici: la staticità e la dinamicità.

Gli stupendi mosaici contemplati, da una parte, ritraggono la croce, il Cristo, i Santi, alcuni personaggi famosi della storia ravennate al centro dell’opera d’arte. Appaiono statici, inamovibili, come bloccati, e che ti guardano comunicando fermezza, decisione, centralità, punto di riferimento preciso. Il loro sguardo e la loro postura danno certezza, sicurezza, serenità, forza.

Dall’altra parte, però, verso queste figure centrali sono rappresentati gruppi di Santi e Sante, Apostoli, pecore ed altri animali. Tutti in processione, in movimento, in cammino. Essi comunicano e trasmettono possibilità e volontà di dinamicità, di movimento, di cambiamento, di progresso, di continua novità.

Ho pensato che questa duplice rappresentazione riassume molto bene la mia, la nostra vita. Lo sguardo attento e fermo sui valori importanti ed essenziali che sorreggono le scelte quotidiane, i punti di riferimento per la nostra fede e per il nostro operare e, contemporaneamente, la dinamicità dei nostri cammini che, seguendo lo Spirito, sostengono gli ascolti e le richieste che arrivano dal territorio e, di conseguenza, le eventuali aperture a nuovi orizzonti, a nuovi bisogni, le decisioni e le scelte per continuare a fare il bene e a farlo bene.

don Marco Demattè