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Così curioso di tutto, pian piano Cipì mise le piume e si preparò a vedere con i propri occhi com’era fatto il mondo.
(Cipì, Mario Lodi e i suoi ragazzi)

Il curioso passerotto Cipì – protagonista del racconto di Mario Lodi e dei suoi ragazzi – con tanto coraggio esce dal suo nido per scoprire il mondo, non senza incontrare e superare ostacoli e pericoli con l’aiuto e la solidarietà degli amici, proprio come accade nella vita dei piccoli accolti di Cipì Haus.

Il desiderio di “esserci nel mondo”, di sperimentarsi, di scoprirsi in quello che piace o non piace e che si è capaci o meno di fare, in quello che si prova e si sente di fronte alle cose che succedono, infatti, sono vissuti ed esperienze che li accompagnano ogni giorno.

Se i vocalizzi, gli sguardi e i richiami della piccola di casa ne restituiscono il “desiderio di esserci” a chi si prende cura di lei, le continue domande, le osservazioni e la curiosità di chi è più grande accompagnano le giornate a Cipì Haus rendendole ricche di esperienze e conoscenze sempre nuove, di inedite scoperte e vissuti.

Come il passerotto del racconto, infatti, anche i bambini e le bambine che vivono a Cipì Haus escono dal nido per esplorare, prendere parte e vedere con i propri occhi com’è fatto il mondo. In sella alla bicicletta o dentro la carrozzina, il vento accarezza i capelli di entrambi e li conduce lungo le strade di Laives per raggiungere il parco.

Qui è tutta una domanda e tutta una scoperta!

Cosa sono quelle palline sugli alberi?

Perché gli alberi non hanno le foglie? E perché invece oggi ci sono?

A cosa servono le radici?

Corri con me sulla collina?

Hai visto quell’uccellino che ha preso un vermicello? Perché l’ha preso?

Tra mani impastate di fango, corse giù per la collinetta, sguardi, parole e timidi scambi con altri piccoli alla scoperta del mondo, raccolte di rametti, fiori e sassolini, domande sugli alberi e la natura, giochi con le nuvole e le scie degli aeroplani, le giornate a Cipì Haus trascorrono nell’intreccio di relazioni che le esperienze quotidiane di cura ma anche di gioco, divertimento e scoperta contribuiscono a creare. Viene costruita quella fiducia che permette di sentirsi accolti e protetti, proprio come per l’uccellino salvato pochi giorni fa dal grande di casa. Non riuscendo a prendere il volo e trovandosi sul marciapiede con il rischio di finire in strada, quest’ultimo decide di raccoglierlo, per poi accorgersi che l’uccellino ha un’ala ferita. Dopo qualche piccola carezza, il bambino libera il volatile dentro al parco perché possa riposare al sicuro, protetto da un cespuglio.

Di ritorno dal parco, tuttavia, il pensiero di cura rimane e quel piccolo che ha salvato l’animaletto chiede agli adulti, che invece si prendono cura di lui, di poter tornare al parco il giorno dopo per controllare che l’uccellino sia guarito e sia potuto volare via, perché la tenerezza e la preziosità di condividere le fragilità accompagnano la crescita e la costruzione di un senso di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri.

Le educatrici di Cipì Haus