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L’estate ormai ci sta lasciando alle spalle, le giornate iniziano a farsi sempre più fresche e la luce del sole scompare via via sempre più presto.

La terra si sta preparando ad accogliere i cambiamenti che porta con sé l’autunno. Per i ragazzi del Laboratorio è giunto il momento di rimboccarsi le maniche dei camici, calcare la cuffia sulla testa e prepararsi alla lavorazione del cavolo cappuccio, per ottenerne i nostri, da voi amatissimi, crauti biologici.

Apparentemente la lavorazione che sta dietro a questo tipo di trasformato sembra semplice e immediata, ma non è affatto così. Seguendo la tradizionale ricetta trentina i cavoli capucci vengono raccolti, lavati e tagliati fini. Successivamente vengono messi a riposare in bidoni di plastica alimentare. Viene poi aggiunto del sale, con lo scopo di inibire lo sviluppo dei batteri gram negativi e favorire invece lo sviluppo dei batteri lattici. Il sale ha anche lo scopo di disidratare i cavoli, che pertanto risulteranno meno voluminosi a fine processo, liberando una grande quantità di liquido.

Il tutto viene poi compresso con l’aiuto di un grande peso e chiuso. Lo lasciamo poi riposare al freddo e al buio del nostro locale di fermentazione, per quaranta giorni. Durante questo periodo il trasformato sarà sottoposto ad una naturale trasformazione che si chiama per l’appunto fermentazione.

I crauti sono un alimento sano, ricco di sali minerali e vitamine, che aiuta la digestione rinforzando la flora batterica. Al nostro Laboratorio li potete trovare in comodi vasi da 500 grammi oppure in capienti secchielli di plastica alimentare contenenti 4 kg di prodotto.

Non ci resta che fare il pieno di energie per consegnare direttamente nelle vostre mani i nostri crauti.

Vi aspettiamo, veniteci a trovare qui a Sardagna!

Monica, educatrice del Laboratorio per l’acquisizione dei prerequisiti lavorativi “Villa Rizzi”