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Da un po’ di tempo siamo entrati a far parte del “DES”, acronimo di “Distretto di economia solidale”.

Ma cos’è nello specifico il “DES” e perché abbiamo deciso di entrare a farne parte anche noi?

Per parlare di cos’è un “DES” è necessario fare un passo indietro e chiarire in primis il concetto di “economia sociale solidale”.

Cos’è l’economia sociale e solidale?

L’economia sociale e solidale (ESS) può essere definita come “un concetto che si riferisce a imprese e organizzazioni, in particolare cooperative, società di mutuo soccorso, associazioni, fondazioni e imprese sociali, che producono specificamente beni, servizi e conoscenza mentre perseguono fini sia economici che sociali e operano al fine di promuovere la solidarietà.” (ILO, 2011).

Questa definizione comprende i tradizionali attori dell’economia sociale (associazioni, cooperative, mutue e fondazioni) e una varietà di altri tipi di organizzazioni che sono emersi negli ultimi anni, incluse, soprattutto, le imprese sociali.

Ed è qui che si collega il concetto iniziale e di interesse di questo articolo. Il  “DES” è di fatto una forma di economia sociale e solidale, ma su “scala ridotta”.

È una rete di realtà, in cui i soggetti partecipanti si aiutano a vicenda per soddisfare, quanto più possibile, le proprie necessità di acquisto, vendita, scambio di beni, servizi e informazioni.

In tale contesto le attività sopra descritte sono svolte secondo principi ispirati ad un’economia locale, equa, solidale e il più possibile sostenibile.

I “DES” normalmente riuniscono al loro interno Gruppi di Acquisto Solidale (comunemente noti come “GAS”), produttori, botteghe del commercio Equo Solidale, Cooperative, ONLUS e a volte anche istituzioni.

Normalmente un “DES” raggruppa dunque realtà territoriali di una o più province. Su scale più grandi, invece, si parla spesso di “Reti di Economia Solidale”.

I Distretti di Economia Solidale sono inoltre laboratori di sperimentazione civica, economica e sociale e sono realizzati attraverso circuiti capaci di valorizzare le risorse territoriali in base a criteri di equità, di sostenibilità ambientale e socio-economica.

Vengono attivati per la realizzazione di filiere di consumo di beni e servizi, finanziamento, produzione, distribuzione e inserimento lavorativo. Una rete insomma fatta di nodi in collegamento tra loro, che interagiscono per un obiettivo comune: creare un’economia basata su alcuni aspetti fondamentali, quali la valorizzazione delle relazioni tra i soggetti, un’equa ripartizione delle risorse, il rispetto e la tutela dell’ambiente, il perseguimento di obiettivi sociali e non per ultimo, lo scambio di beni e servizi.

Sul territorio trentino il Distretto di economia solidale è riconosciuto e sostenuto dalla Provincia autonoma di Trento ed è regolamentata dalla legge provinciale 13/2007 e dalla legge provinciale 13/2010 “Promozione e sviluppo dell’economia solidale e della responsabilità sociale delle imprese”.

Perché abbiamo deciso di entrare a far parte del “DES”?

Perché come realtà sociale condividiamo i principi sopra descritti, e nello specifico i principi di cooperazione, reciprocità, valorizzazione del territorio, sostenibilità sociale ed ecologica. Crediamo fermamente infatti nell’aiuto e nella condivisione reciproca con le altre realtà del territorio.

Caterina, educatrice del laboratorio per l’acquisizione dei pre-requisiti lavorativi