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Il 14 Ottobre 2024, insieme ai nostri volontari, abbiamo vissuto un momento di formazione e condivisione sul tema della “mediazione dei conflitti” e in particolare sulla “generazione Z tra fragilità e risorse”.

Le frenetiche attività quotidiane che vedono protagoniste/i le/i nostre/i ragazze/i hanno lasciato spazio a slide, dibattiti, confronto, domande sul tema del vasto e ricco mondo della generazione Z.

Nella piccola frazione di Sardagna, accogliamo quotidianamente ragazze e ragazzi con i loro vissuti, le loro fragilità, i loro punti di forza, desideri e aspettative. Noi educatori, affiancati dai nostri volontari, li seguiamo giorno dopo giorno per aiutarli a ricercare gli strumenti adatti ad affrontare le sfide della vita e introdurli gradualmente nel mondo del lavoro.

Ed è proprio in questo contesto cangiante che la formazione assume un significato importante e decisivo. Con il passare del tempo cambia la società, cambiano le persone e gli obiettivi personali e noi operatori dobbiamo farci trovare pronti per accompagnarli e affiancarli nel modo giusto e con strumenti adeguati.

Ma chi sono le/i ragazze/i della generazione Z?

Sono i nati tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000. Si distinguono per una serie di caratteristiche uniche, strettamente connesse con il contesto storico e tecnologico in cui sono cresciuti.

Questa generazione, pur mostrando una grande resilienza, presenta anche alcune fragilità che emergono nel loro modo di rapportarsi con il mondo. La crisi climatica, l’instabilità economica e le incertezze lavorative contribuiscono a generare in questa generazione un senso di smarrimento e preoccupazione riguardo al proprio futuro, rendendo difficile fare progetti a lungo termine.

Nonostante l’apparente iperconnessione, molti giovani della Gen Z sperimentano alti livelli di ritiro sociale. Questo è spesso collegato alla virtualizzazione delle relazioni, che talvolta sostituiscono le interazioni faccia a faccia.

La Generazione Z si trova quindi a fare i conti con sfide significative, molte delle quali legate alla velocità del cambiamento tecnologico e sociale. Tuttavia, queste difficoltà sono bilanciate da risorse importanti, tra cui la capacità di adattamento, l’impegno sociale e una consapevolezza critica dei problemi globali.

La loro abilità di sfruttare il digitale e la loro spinta verso l’innovazione offrono prospettive di crescita e trasformazione per il futuro.

In questo momento la sfida di noi educatori consiste nel comprendere queste/i ragazze/i, con la consapevolezza che …

Rallentare, e non forzare, non significa rimanere immobili ma significa prendersi il tempo per scoprire nuove strade.

Il dolore e le delusioni possono essere opportunità di crescita.

Non ci sono più regole condivise da tutti ma bisogna essere in grado di comprendere la complessità del mondo.

C’è la necessità di dover sempre dare un senso a ciò che si fa e che il concetto di “autorità” ha subìto un radicale  mutamento nel corso del tempo.

Non possiamo più affidarci SOLO al nostro sguardo ma vedere CON LORO nuove possibilità, fidarci delle loro capacità e delle loro risorse. Essere sempre curiosi!

Luca, educatore del Laboratorio per l’acquisizione dei pre-requisiti lavorativi Villa Rizzi