Durante il mese di settembre viene celebrata una ricorrenza che a noi operatori, volontari e ragazzi di Villa Rizzi, laboratorio per l’acquisizione di pre-requisiti lavorativi, sta particolarmente a cuore: il “No plastic bag day”.
Si tratta di un movimento globale durante il quale ci si impegna attivamente per ridurre l’utilizzo delle borse di plastica e in generale sensibilizzare, tramite manifestazioni, conferenze e quant’altro, la popolazione rispetto al tema dell’inquinamento ambientale da plastica.
Il problema dell’inquinamento da plastica, come molti di voi già sapranno, va ben oltre alla produzione delle buste di plastica. Per questo oggi in questo spazio di lettura vorremmo parlare di questo, seppur in maniera concisa rispetto alla portata dell’argomento.
Facciamo dunque un passo indietro e cerchiamo di inquadrare il fenomeno dell’inquinamento da plastica.
L’inquinamento ambientale da plastica è un problema di portata globale che presenta numeri e dati difficili anche solo da immaginare.
Nonostante numerosi Stati e istituzioni, tra cui l’Unione Europea, stiano cercando di correre ai ripari di fronte a questa emergenza globale, si prevede che nei prossimi 30 anni la produzione di plastica crescerà ancora.
È possibile inquadrare le cause del problema in alcuni ambiti, tra cui la produzione massiccia della stessa, l’uso inadeguato, l’inadeguata gestione dei rifiuti e il modello di “economia lineare”.
La produzione di oggetti di plastica monouso rappresenta gran parte del problema: quasi la metà di tutta la plastica prodotta nel mondo diventa un rifiuto in meno di 3 anni.
È bene sapere che la plastica si deteriora nel tempo, rompendosi in parti sempre più piccole, che però restano nell’ambiente molto a lungo.
Non è ancora chiaro in quanto tempo la plastica si distrugga. Si pensa che una bottiglietta di plastica impieghi circa 500 anni a degradarsi, ma non è certo se questa degradazione sia completa o se non sia altro che una scomposizione in frammenti più piccoli (macro, micro e nano plastiche).
Oltre a ciò si aggiunge il fatto che il riciclo della plastica è molto costoso e complesso. Questo ostacola l’affermarsi di un modello di economia circolare nella filiera delle materie plastiche. Per questo tra uno dei problemi inizialmente citato abbiamo denominato la così detta “economia lineare”.
Non solo: le straordinarie caratteristiche della plastica fanno sì che in tanti ambiti scarseggino le alternative ecologiche per i consumatori. Per diversi motivi, incluso il fatto che in molti paesi gran parte dei rifiuti plastici non possono essere riciclati per questioni di sicurezza, di salute o di contaminazione, la percentuale di plastica che si avvia ad avere una seconda vita è molto bassa.
A questo si aggiunge un’altra criticità. La maggior parte dei materiali plastici riciclati sono di qualità inferiore rispetto alla plastica vergine e quindi vengono commercializzati a un prezzo inferiore, a fronte di un alto costo di tutto il processo.
Come a grandi linee sopra descritto, il problema appare di portata globale. Tuttavia questo non significa che ognuno di noi non possa fare niente. Al contrario!
Ciascuno di noi può impegnarsi per utilizzare meno plastica, in generale, in qualsiasi ambito della vita quotidiana, mettendo in atto azioni e comportamenti ‘sani’ in tutti i contesti della nostra vita: a casa, in famiglia, al lavoro, nel tempo libero, con gli amici.
A Villa Rizzi per esempio, oltre che prenderci cura quotidianamente delle nostre erbe officinali e delle nostre orticole, cerchiamo di avere sempre lo sguardo rivolto al futuro in tema di “salvaguardia dell’ambiente”. Cerchiamo di mettere in pratica quotidianamente alcuni accorgimenti.
Si cerca infatti, in ogni azione, di ridurre l’utilizzo di materiale monouso in plastica, nelle nostre cucine per la preparazione dei trasformati e nei nostri laboratori per l’essiccazione, il confezionamento e l’etichettatura di sali e infusi. Inoltre proviamo a dare spazio alla creatività, con il riutilizzo di materiali per i nostri laboratori di assemblaggio.
Ad esempio, in sostituzione delle classiche buste di plastica abbiamo realizzato, come “busta” dove porre i prodotti che il cliente compra, delle borse con la carta di giornale riciclato. Certo, questo genera per noi “lavoro in più”, ma siamo ben contenti di mettere in pratica queste azioni per contribuire, seppur nel nostro piccolo, alla salvaguardia del pianeta.
Ciascuno di noi dovrebbe pensare a come contribuire a salvaguardare l’ecosistema ed è importante ricordare che il contributo può fare la differenza! C’è tanto da fare e ognuno di noi può contribuire alla riduzione di materiale in plastica nell’ambiente…e anche noi di Villa Rizzi, nel nostro piccolo (ma con grande impegno), facciamo la nostra parte!
Caterina, educatrice del Laboratorio per l’acquisizione dei pre-requisiti lavorativi “Villa Rizzi”